Road to London. Intervista a Maurizio Iaschi

Maurizio Iaschi, fisioterapista, segue la nazionale italiana di scherma dal 1995

d. Hilterapia^® viene spesso utilizzata nel trattamento di alcune delle patologie più comuni tra gli atleti schermidori. Quali sono i suoi meriti?

r. Da otto anni ricorro a Hilterapia^® nel trattamento di alcune patologie che frequentemente colpiscono gli schermidori e ho avuto così modo di verificarne la semplicità di utilizzo, la rapidità dei trattamenti e la possibilità di integrazione con tecniche di terapia manuale in maniera del tutto naturale.  Hilterapia^® abbina a queste doti di applicazione anche dei risultati concreti, come la mitigazione del dolore in tempi estremamente ridotti, soprattutto se impiegata nel trattamento di patologie di natura infiammatoria e sulle contratture muscolari che affliggono gli atleti durante gli assalti di scherma.

d. Per affrontare al meglio le competizioni, gli atleti devono essere al top della forma e, in caso di incidenti “in pedana”,  recuperarla rapidamente. Quale il contributo di Hilterapia^® nella gestione dei tempi di ripresa?

r. Il fattore “tempo” è determinante soprattutto nel corso della gara, quando l’atleta non può mai perdere la propria attenzione e la concentrazione deve essere mantenuta alta, anche quando sopraggiungono problematiche fisiche. Per queste ragioni, durante la competizione, sfruttiamo la possibilità di lavorare sui trigger point e Hilterapia^® ci permette di agire in tempi estremamente rapidi, senza interferire con la performance dello schermidore.

d. In competizioni particolarmente articolate, strutturate ad esempio in molteplici gare, è importante che la performance dell’atleta si mantenga sempre su standard alti. Rispetto alla sua esperienza diretta, un ciclo di trattamenti Hilterapia^® sostiene l’atleta anche nel lungo periodo?

r. Indubbiamente i trattamenti Hilterapia^®, permettendo di erogare la corretta dose di energia da trasferire al tessuto, hanno ricadute benefiche anche nel lungo periodo, per di più senza produrre effetti collaterali o di rimbalzo sulla sintomatologia dolorosa. Questa sicurezza fornisce allo sportivo, che può allenarsi in assenza di dolore e nelle condizioni ottimali, la forza mentale per sopportare tutti quei piccoli dolori che possono incombere nel gesto atletico.

d. Varia la risposta alle applicazioni di Hilterapia^® tra un atleta uomo ed una donna?

r. Non abbiamo ancora una casistica così strutturata per avanzare risposte definitive. E’ indubbio però che, essendo la massa muscolare maschile più consistente, la terapia per il trattamento, ad esempio, di una lesione muscolare possa durare qualche secondo in più.

Lunedi prossimo a colloquio con il Stefano  Vandini, masso fisioterapista della Fis impegnato con la nazionale degli Azzurri della scherma a Londra.