Roma, 6 set. (Adnkronos Salute) - Verificare il titolo di laurea e l'iscrizione a una delle associazioni rappresentative dei fisioterapisti. E ancora, accertarsi se, durante la visita fisioterapica, è richiesta la visione della documentazione clinica, e, infine, chiedere sempre il rilascio della ricevuta fiscale. Sono queste le quattro regole da seguire se non si vuole incappare in un falso fisioterapista. Veri e propri abusivi della professione, in numero sempre più crescente: "in Italia su 50 mila fisioterapisti che esercitano la professione 100 mila sono millantatori che senza titoli e competenze svolgono attività riabilitativa su inconsapevoli cittadini".
A tracciare il quadro e a mettere in guardia i cittadini dai falsi professionisti è Antonio Bortone, presidente dell'Associazione italiana fisioterapisti (Aifi), in prossimità della Giornata mondiale della fisioterapia, in programma mercoledì prossimo.
Contro il fenomeno dell'abusivismo, Bertone rivolge anche un appello a tutti i medici: "Chiediamo ai nostri colleghi camici bianchi di tenere sempre in allerta il paziente su questo rischio, di consigliare direttamente il nome di un fisioterapista vero, abilitato, serio. Di essere i primi loro ad informarsi sugli operatori presenti sul territorio, di contattarci in caso di dubbi".
Ecco quindi le quattro regole fondamentali che possono aiutare i cittadini ad avere una ragionevole certezza di essere in buone mani, e non in senso metaforico:
Tra le raccomandazioni dell'Aifi anche alcune informazioni su chi non è fisioterapista: i diplomati Isef e laureati in Scienze motorie; i cinesiologi; gli osteopati; i chiropratici; gli schiatzuterapisti; i massaggiatori sportivi; i terapisti occupazionali; i posturologi. "Perché - spiega l'associazione - la conoscenza di una tecnica non abilita automaticamente all'esercizio di una professione sanitaria e quindi ad operare su casi clinici".
(Com-Fed/Adnkronos Salute)
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